domenica 16 gennaio 2011

Il Silenzio

Mi hanno dato il silenzio per serbare dentro di me
la vita che non si scambia con parole.
Me l'hanno dato per serbare dentro di me
le voci che solo in me sono vere.
Me lo hanno dato per serbare dentro di me
l’impossibile parola della verità.
Mi hanno dato il silenzio come una parola impossibile,
nuda e chiara come il fulgore di una lama invincibile,
per serbare dentro di me,
per ignorare dentro di me,
l’unica parola senza travestimento
la Parola che mai si proferisce.

.

sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale












Signore Gesù Cristo, tui che sei nato a Betlemme, vieni a noi!
Entra in me, nella mia anima.
Trasformami. Rinnovami.
Fa' che io e tutti noi diventiamo persone
nelle quali il tuo amore si rende presente
e il mondo viene trasformato»
Benedetto XVI

martedì 30 novembre 2010

Vittorio Bodini- Dopo la luna, " come farò"














Vi sono anime fatte per domandare / e altre per rispondere: / la mia è una persiana verde con due occhi dietro.



VITTORIO BODINI, Dopo la luna, “Come farò”

Buzzati Dino- Decorazioni di Natale












E tu a Natale cosa fai?

«Mah, pensavo di fare il solito albero, ma Giantomaso e Almachiara, i miei più piccoli, si sono messi a contestarlo, dicono che a Mao assolutamente non piace. Pensavo di fare il presepio, ma sembra che le punte più avanzate del Concilio lo abbiano messo in quarantena. Pensavo di mettere qualche ghirlanda d’argento, qualche palla di vetro, qualche candelina, e così via, almeno nell’angolo dove alla vigilia si ammucchiano i regali, ma Pierfrancesco, il mio secondo, dice che è un rito schifosamente consumistico. Pensavo, sopra e intorno al caminetto, di mettere in mostra i “christmas cards” ricevuti, ce ne sono divertenti da morire, ma Giorgiopaolo, il mio grandicello, dice che Marcuse è contrario. Pensavo, sulla terrazza, fuori, di costruire un bel Babbo Natale con la neve, ma il colonnello Bernacca dice che per Natale la neve non verrà”.«E per Natale tu, a casa, cosa fai?»

«E allora?»

«Niente. Pulirò i vetri».

mercoledì 20 ottobre 2010

Camus- l'odore dei limoni



La madre di Jacques, era tornata a casa una sera fresca e ringiovanita e coi capelli tagliati, affermando, con una falsa allegria, dietro la quale traspariva l’inquietudine, di aver voluto far loro una sorpresa. In effetti fu una sorpresa per la nonna che si era limitata a dire, davanti a suo figlio, che adesso aveva l’aria di una puttana. Ed era poi tornata in cucina. Catherine aveva smesso di sorridere, e sul suo viso si erano dipinte tutta la miseria e la stanchezza del mondo. Poi aveva incontrato lo sguardo del figlio, aveva tentato ancora un sorriso, ma le tremavano le labbra e si era precipitata piangendo in camera propria. Jacques le si era avvicinato. “Mamma, mamma”, aveva detto, toccandola timidamente con una mano. “Sei bellissima così”. Ma lei non lo aveva udito e, con un gesto della mano, gli aveva chiesto di lasciarla sola. E il ragazzo era indietreggiato fin sulla soglia e, appoggiato allo stipite, si era messo a sua volta a piangere d’amore e d’impotenza.

Camus solleva anche il velo sul suo segreto desiderio di vita:

quel cuore angosciato, avido di vita, ribelle all’ordine mortale del mondo, continuava a battere con la stessa forza contro il muro che lo separava dal segreto di ogni vita, con la volontà di andare più in là, di andare oltre, e di sapere prima di morire, sapere finalmente per essere, una sola volta, un solo secondo, ma per sempre.

Anni prima egli aveva per lungo tempo lavorato alla stesura di Caligola. Gli intellettuali contemporanei riconobbero, dietro la maschera del folle imperatore, la figura di Hitler ed è ben visibile in altri personaggi la coscienza lucida di chi, a quei tempi, pur consapevole della tirannide, non seppe opporvisi per la debolezza della propria identità culturale.

sabato 16 ottobre 2010

Cardarelli Vincenzo- L' attesa















Oggi che t’aspettavo
non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice,
la tua assenza che tumultuava,
nel vuoto che hai lasciato,
come una stella.
Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s’annuncia e poi s’allontana,
così ti sei negata alla mia sete.
L’amore, sul nascere,
ha di quest’improvvisi pentimenti.
Silenziosamente
ci siamo intesi.

Amore, amore, come sempre,
vorrei coprirti di fiori e d’insulti.

(da “Poesie”, 1958)


domenica 10 ottobre 2010

Pierpaolo Pasolini























L'intelligenza non avrà mai peso, mai

nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai

da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,

di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.

Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza

a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.