sabato 24 aprile 2010
Anna Achmatova- La Sentenza
Ho molto da fare oggi/bisogna uccidere fino in fondo la memoria/bisogna che l'anima si pietrifichi/bisogna di nuovo imparare a vivere."
venerdì 23 aprile 2010
Sulla bellezza dell'imperfezione
giovedì 22 aprile 2010
mercoledì 21 aprile 2010
Perchè mi piace Hopper....
martedì 20 aprile 2010
lunedì 19 aprile 2010
Alda Merini- L'anima innamorata
Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti….
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi
L’anima ha il suo rifugio nell’amore come tempio di un’avarizia terrena che gli dei non possono toccare, ma l’anima è anche parola, parola inconscia. E’ sbagliato identificare l’inconscio con il tempio dell’anima: è un’altra stagione, è un altro nutrimento, ci si ciba di cose estranee all’umana parola, di cose che non hanno ragione di essere eppure sono, di cose che sibilano come serpi e che invece sono angeli di illuminazione.
Da L'anima innamorata di Alda Merini
domenica 18 aprile 2010
sabato 17 aprile 2010
La Valigia di Irene Nemirovsky-
E volevano arrestare anche Denise che verrà salvata dalla maestra: la nasconderà nello spazio tra il suo letto e il muro.
Le sorelle affidate alla nutrice, trascorrono l’ultimo periodo della guerra sempre in fuga, inseguite dalla polizia francese più che dai nazisti e saranno sempre protette da persone che si prenderanno cura di loro: due bambine ebree, orfane e malate, rifugiate in cantine e soffitte e convitti. Verranno, invece, rifiutate dalla nonna che le caccia urlando loro che, se i loro genitori erano morti, non restava per le nipoti he l’orfanotrofio.
Denise ed Elisabeth sopravviveranno alla guerra e per tutto questo periodo non abbandoneranno mai la valigia e la custodiranno con amore e dedizione, senza avere però il coraggio di leggere nulla:
“Aspettavo – racconta Denise - che la proprietaria della valigia tornasse a leggere il suo manoscritto di persona. Non sapevo ancora che non sarebbe sopravvissuta. E’ un po’ come quando non si apre la posta il cui destinatario è assente, non ti appartiene e non la leggi. Così per me era la valigia. Il mio compito era solo conservarla”.
venerdì 16 aprile 2010
Marina Cvetaeva Lettere 1909 -1925
A lungo, a lungo,- fin dall'infanzia, fin da quando ho ricordo di me stessa,-mi è sembrato di voler essere amata.
Adesso io so che non mi serve l'amore, mi serve la comprensione.. E quello che Voi chiamate amore ( gelosia, sacrificio) tenetelo in serbo per gli altri..
Io posso amare sola la persona che in una giornata di primavera a me preferirà una betulla.
Non dimenticherò mai comi mi abbia fatto infuriare, questa primavera, un poeta, una creatura incantevole, che, camminando insieme con me per il Cremlino,senza guardare la Moscova e le cattedrali, mi parlava incessantemente di me. Io gli ho detto: "Come potete non capire che il cielo è mille volte più grande di me, come potete pensare che in una simile gionata io possa pensare al vostro amore.
Io voglio invece leggerezza,libertà, comprensione- non trattenere nessuno,e che nessuno mi trattenga. Tutta la mia vita è una storia d'amore con la mia anima, con la città in cui vivo, con l'albero al bordo della strada, -con l'aria.
E sono infinitamente felice.
giovedì 15 aprile 2010
il cuore come il glicine dai muri.
Erravano i miei passi ebbri e sicuri,
ed un vento fiorito li portava".
SERGIO SOLMI, “Dal quaderno di Mario Rossetti“, Poesie, 1950
“Aprile è il mese più crudele; fa nascere
i lillà dalla terra addormentata, e mescola
memoria e desideri, risveglia
secche radici con le piogge di primavera”.
"Aprile, il mese crudele".
spoglio, in fiore, cantando,
sul suo cavallo bianco?"
"Sotto il cielo di aprile la mia pace
è incerta. I verdi chiari ora si mutano
sotto il vento a capriccio".
SANDRO PENNA, “Sotto il cielo di aprile”, Poesie, 1931
"Aprile s’affaccia, brucia, brucia le foglie
sui fogli scritti appena scritti.
Così calmo. Anche il mese crudele. Si
Aprile viaggia su strani arcobaleni."
mercoledì 14 aprile 2010
Sofija Jakovlevna Parnok " A lungo vissi, amando libertà..
martedì 13 aprile 2010
Antonia Pozzi- "" E di cantare non può più finire....""
“Forse è perché quella rimasta in me è particolarmente lieta, forse perché, se pure alcunché di doloroso o di violento è passato nella mia vita tranquilla, io ho vissuto questa vita intensamente, godendo quasi della mia stessa sofferenza, esultante per la gioia di poter vivere entro di me, di sentirmi dentro, chiusa come in uno scrigno, un’anima, un’anima palpitante, ridente, nostalgica, appassionata; è forse per questa piena di sentimenti, per cui in una giornata soffro e godo ciò che apparentemente si può soffrire e godere in tutta un’esistenza, che rimpiango il passato, che adoro il presente, che non desidero l’avvenire; perché sono contenta di essere io, con i miei difetti e con le mie poche virtù, perché non so se in avvenire potrò essere ancora così”. (Diari, MI, 1988 – pp 30-31)
Se io capissi
quel che vuole dire
- non vederti più -
credo che la mia vita
Ma per me la terra
è soltanto la zolla che calpesto
e l'altra
che calpesti tu:
il resto
è aria
in cui - zattere sciolte - navighiamo
lunedì 12 aprile 2010
Emily Dickinson - L'eternato canto
domenica 11 aprile 2010
Le signorine di Wilko-Alla ricerca del tempo perduto
Il passato e i ricordi sono il tema centrale dello spettacolo teatrale - Le signorine di Wilko, melanconia e nostalgia non solo sentimenti melodrammatici ma qualità esistenziali che hanno caratterizzato la coscienza culturale dell'Europa fino alla fine del xx secolo.
Siamo ora testimoni della morte della vecchia Europa e qualsiasi lavoro artistico creato oggi ha in tal senso un valore di necrologio.
Restano solo i ricordi.
sabato 10 aprile 2010
Katherine Mansfield-L'ombra e la grazia
venerdì 9 aprile 2010
Ada Negri- La percezione di un amore senza ritorno
Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d'anno in anno da te attesi, o vita
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto), non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: "È oggi":
ad ogni giorno che tramonta io dico:
"Sarà domani". Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.
giovedì 8 aprile 2010
Wislawa Szymborska
L’anima la si ha ogni tanto,
nessuno la ha di continuo, per sempre.
Giorno dopo giorno,
anno dopo anno,
possono passare senza di lei.
A volte nidifica un po’ piu’ a lungo,
sole in estasi e paura dell’infanzia,
a volte solo nello stupore dell’essere vecchi.
Di rado ci da una mano in occupazioni faticose,
come spostare mobili, portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette,
quando si compilano moduli,
si trita la carne,
di regola ha il suo giorno libero.
Su mille nostre conversazioni
partecipa ad una,
ed anche a questo non necessariamente,
poiche’ preferisce il silenzio,
quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno, alla chetichella,
e’ schifettosa,
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari, la disgusta,
gioia e tristezza
non sono per lei due sentimenti diversi,
e’ presente accanto a noi
solo quando essi sono uniti.,
Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente
e curiosi di tutto,
tra gli oggetti materiali
le piacciono gli orologi a pendolo
e gli specchi, che lavorano con zelo
anche quando nessuno guarda.
Non dice da dove viene
e quando sparira’ di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.
Si direbbe che
cosi’ come lei a noi,
anche noi siamo necessari a lei,
per qualcosa.
mercoledì 7 aprile 2010
martedì 6 aprile 2010
Bella Achatovna Achmadulina
Il giardino
Sono uscita in giardino, il rigoglio lussureggiante
però non sta qui ma nella parola "giardino"
che riempie l'orecchio, le narici e lo sguardo
della beltà delle rose cresciute.
La parola è più ampia del luogo:
lì si è comodi e liberi,
lì la terra fertile adotta come figli
gli orfani arbusti che vi crescono.
Virgulto d'ignote innovazioni,
o parola "giardino", come un giardiniere
fai crescere e moltiplichi i tuoi frutti
con scintillio e stridor di cesoie.
Hanno trovato posto nel tuo libero abbraccio
la casa e il destino della famiglia
che non c'è, e il fiore bianco-smunto
di quella panchina da giardino.
Sei più fertile della terra, nutri
le radici delle chiome altrui, sei
la quercia, la cavità nel tronco, Dubrovskij,
la posta dei cuori e delle parole: amore e sanguel.
Le fronde tue ombrose
sono sempre scure, ma nella calura
perché ha chinato il capo turbato
l'ombrellino di pizzo innamorato?
Non sono forse io, cercatore di un'indolente manina,
ad arrossare il mio ginocchio sul pietrisco?
Misero giardiniere impertinente,
cosa cerco, a chi m'inchino?
Se fossi uscita, dove mai
sarei andata? È maggio, e il fango è secco.
Sono uscita nel vuoto smagrito
per leggervi che la vita è passata.
Passata! Dov'è andata di corsa?
Ha appena sfiorato l'asciutto tormento
delle labbra mute: ha detto che
tutto è per sempre e che io sono per un attimo.
Un attimo in cui non ho visto
né me né il giardino.
"Sono uscita in giardino", ho scritto.
L'ho scritto? Vuoi dire che c'è
almeno qualcosa? Sì, ed è stupendo:
in giardino senza muovere un passo.
Non sono uscita. Ho solo
scritto: "Sono uscita in giardino".
(1980)
In tempo di persecuzioni politiche e censura, la grande poetessa russa invoca libertà di spirito e di parola, caricando la sua poesia di responsabilità etica. Una ricerca costante del ruolo del poeta nella società “del disgelo” sovietico.