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Ho molto da fare oggi/bisogna uccidere fino in fondo la memoria/bisogna che l'anima si pietrifichi/bisogna di nuovo imparare a vivere."
E volevano arrestare anche Denise che verrà salvata dalla maestra: la nasconderà nello spazio tra il suo letto e il muro.
Le sorelle affidate alla nutrice, trascorrono l’ultimo periodo della guerra sempre in fuga, inseguite dalla polizia francese più che dai nazisti e saranno sempre protette da persone che si prenderanno cura di loro: due bambine ebree, orfane e malate, rifugiate in cantine e soffitte e convitti. Verranno, invece, rifiutate dalla nonna che le caccia urlando loro che, se i loro genitori erano morti, non restava per le nipoti he l’orfanotrofio.
Denise ed Elisabeth sopravviveranno alla guerra e per tutto questo periodo non abbandoneranno mai la valigia e la custodiranno con amore e dedizione, senza avere però il coraggio di leggere nulla:
“Aspettavo – racconta Denise - che la proprietaria della valigia tornasse a leggere il suo manoscritto di persona. Non sapevo ancora che non sarebbe sopravvissuta. E’ un po’ come quando non si apre la posta il cui destinatario è assente, non ti appartiene e non la leggi. Così per me era la valigia. Il mio compito era solo conservarla”.
"Sotto il cielo di aprile la mia pace
è incerta. I verdi chiari ora si mutano
sotto il vento a capriccio".
SANDRO PENNA, “Sotto il cielo di aprile”, Poesie, 1931
"Aprile s’affaccia, brucia, brucia le foglie
sui fogli scritti appena scritti.
Così calmo. Anche il mese crudele. Si
Aprile viaggia su strani arcobaleni."