venerdì 16 aprile 2010

Marina Cvetaeva Lettere 1909 -1925


A lungo, a lungo,- fin dall'infanzia, fin da quando ho ricordo di me stessa,-mi è sembrato di voler essere amata.
Adesso io so che non mi serve l'amore, mi serve la comprensione.. E quello che Voi chiamate amore ( gelosia, sacrificio) tenetelo in serbo per gli altri..
Io posso amare sola la persona che in una giornata di primavera a me preferirà una betulla.
Non dimenticherò mai comi mi abbia fatto infuriare, questa primavera, un poeta, una creatura incantevole, che, camminando insieme con me per il Cremlino,senza guardare la Moscova e le cattedrali, mi parlava incessantemente di me. Io gli ho detto: "Come potete non capire che il cielo è mille volte più grande di me, come potete pensare che in una simile gionata io possa pensare al vostro amore.
Io voglio invece leggerezza,libertà, comprensione- non trattenere nessuno,e che nessuno mi trattenga. Tutta la mia vita è una storia d'amore con la mia anima, con la città in cui vivo, con l'albero al bordo della strada, -con l'aria.
E sono infinitamente felice.

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