mercoledì 21 aprile 2010

Perchè mi piace Hopper....


E. Hopper, Cape Cod morning (1950), oil on canvas.


Spesso penso a un quadro di Hopper per esprimere una sensazione, un'impressione, un pensiero non del tutto definito. Definire un pittore per un non specialista è come addentrarsi in un luogo sconosciuto senza i necessari punti di riferimento, ma l'arte non è solo per i critici d'arte, anzi non è dei critici d'arte. Così provo a spiegare perché Hopper mi piace.

È il pittore delle finestre: bow-windows, vetrate con tende svolazzanti, spalancate, semichiuse su stanze vuote o sul mare.

È il pittore dei luoghi-non-luoghi: scompartimenti di treno, sale d'aspetto, stazioni di servizio con o senza presenza di uomini. Ma dove persone ci sono, sono persone che aspettano, che attendono qualcuno, che pensano a qualcosa che sai anche tu. Perché sono persone come te.

Dipinge anche paesaggi di bellezza fuori dall'ordinario: quieti, illuminati, in cui l'uomo c'è ma non si vede. C'è il mare, spesso. E ci sono fari in cui tu sai che da qualche parte affacciato a qualche finestra c'è un uomo, o una donna che guarda l'orizzonte.

Ma è anche il pittore delle scene che raccontano: quadri che sembrano scatti fotografici lasciano immaginare tutta una vita dietro. Potresti forse raccontare tu chi sono le persone ritratte in certe scene, dire ciò che lega l'una all'altra e spiegare cosa le ha spinte a trovarsi là dove il pittore le vede....

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